[L’Huffington Post, 7 marzo 2014]
Per l’otto marzo di quest’anno una buona notizia: è nato il Centro di Ricerca Interuniversitario ‘Culture di genere’, che riunisce sei Università milanesi: la Bicocca, la Bocconi, la IULM, il Politecnico, la Statale e la Vita-Salute San Raffaele. Lo scopo del Centro è di promuovere e sviluppare studi, ricerche e progetti operativi attinenti al tema delle culture di genere e “di contribuire alla crescita e alla diffusione del rispetto per la dignità e le competenze delle donne”, come si legge nella Convenzione istitutiva firmata dai sei Rettori. Il percorso che ha portato a questo risultato, costellato di numerose difficoltà burocratiche, è durato tre anni, ma finalmente il Centro è stato presentato al pubblico lunedì 3 marzo all’Università Bicocca, che ospita al momento la sede amministrativa, destinata a ruotare ogni tre anni tra le Università partner.
Il Centro si propone di elaborare, attraverso un approccio multidisciplinare, una nuova forma di pensiero critico relativo alle disuguaglianze di genere, come ha illustrato Carmen Leccardi, docente di sociologia della cultura e attuale direttrice; tra gli obiettivi, la creazione di reti di saperi in correlazione diretta con le realtà operanti sul territorio. Una delle priorità individuate dal Centro, fin dalla sua ideazione, è il tema della violenza sulle donne, ma sono già in corso numerose ricerche distribuite su un ampio spettro tematico, alle quali ciascuna Università offrirà, in un’ottica di stretta collaborazione, il proprio apporto scientifico secondo i campi di pertinenza.
In particolare, il gruppo di lavoro dell’Università Statale, rappresentato nel Consiglio Scientifico dalla costituzionalista Marilisa D’Amico, si occuperà di tematiche giuridiche, compresa l’elaborazione di strategie tese ad ottenere la parità di genere negli organi rappresentativi, mentre il gruppo di lavoro del Politecnico, guidato da Valeria Bucchetti, docente di design della comunicazione, affronterà le questioni di genere in relazione alla progettazione.
L’Università IULM, rappresentata da Maria Bettetini, storica della filosofia, ha da tempo in corso progetti che riguardano l’individuazione delle campagne pubblicitarie sessiste, la lotta contro le mutilazioni genitali femminili e gli studi di genere sulle culture orientali (Cina e Thailandia). In Bocconi, secondo il resoconto dell’economista Paola Dubini, si stanno portando avanti varie ricerche su tematiche aziendali legate al genere, in particolare su come la diversità di genere influisca sulle opportunità di carriera e sul rapporto di lavoro. L’Università San Raffaele, infine, secondo quanto illustrato da Francesca De Vecchi, fenomenologa, si concentrerà in particolare sui problemi di genere relativi al linguaggio, all’etica pubblica e alle neuroscienze.
Alle finalità del Centro aderiscono le associazioni “Donne in Quota” e “Amiche di Abcd”, che molto si sono adoperate affinché il progetto si realizzasse. Ci auguriamo che l’iniziativa abbia successo e possa costituire uno strumento di lavoro critico capace di incidere concretamente sulla realtà sociale.