[«L’Huffington Post», 5 ottobre 2016]
Sono rimasta stupita dalle critiche che hanno sommerso il giornalista Claudio Gatti per aver pubblicato sul Sole 24 Ore un’inchiesta in cui si elencavano dati finanziari a sostegno dell’ipotesi che Elena Ferrante sia in realtà Anita Raja, il cui nome circola da anni tra le ipotesi più accreditate. Da lettrice, mi sembra che si sia trattato di un lavoro svolto con i mezzi classici del giornalismo d’inchiesta e che sia francamente immeritato definirlo, come è stato fatto, soprattutto da altri scrittori, un “rovistare come i gatti nei bidoni” o “il più grande autogol giornalistico dei nostri tempi”.