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Per Gorizia le terre lontane

 

Vi sembrano molti 97 anni? Nella vita di una persona sono un bel traguardo, ma non poi così raro. Nella vita di un Paese dovrebbero essere un soffio: il 1916 dovrebbe essere l’altro ieri. Ma per l’Italia no; per l’Italia 97 anni sono un’era geologica. Noi siamo un paese dalla memoria corta: chi si ricorda più, oggi, che tra il 5 e il 17 agosto 1916 si svolse una delle battaglia più atroci e sanguinarie della prima guerra mondiale?
Provate a digitare su Google le parole chiave ‘Gorizia agosto 1916’: non salta fuori una sola commemorazione da parte delle istituzioni, un solo articolo di giornale che ricordi al volenteroso lettore l’ecatombe che ebbe luogo in quei giorni, nei quali morirono più di cinquantamila soldati italiani e più quarantamila soldati austriaci. Del resto, da noi vige il motto “Chi muore tace e chi vive si dà pace”.

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“Bella ciao” a Piazza Taksim

Cantano Bella ciao

I manifestanti di piazza Taksim cantano Bella ciao, mentre aspettano le cariche della polizia di Erdogan. Quello che è stato un canto di liberazione dell’Europa dal nazifascismo, e ha accompagnato le lotte di tutti coloro che sono scesi in piazza a lottare per i diritti negati, il lavoro, la libertà di esprimersi e di diventare quello che si è, corre ora sulla bocca dei giovani turchi. E corre in italiano, con quelle parole, “bella ciao”, che sono le più perfette al mondo per dare voce al coraggio di chi saluta l’amore e va alla morte (vorrei fosse retorica, ma non lo è: i morti sono già quattro, dall’inizio della protesta). Che i turchi cantino la ballata emiliana commuove, certo, ma induce soprattutto a riflettere.

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