Maurizio Cattelan, invitato a ricevere il premio Alinovi-Daolio all’Accademia di Belle Arti di Bologna, ha mandato al posto suo il duo comico “I soliti idioti”, che hanno inscenato, di fronte alla giuria sbalordita e indignata, una performance a base di gag dissacranti.
Dare un premio a Cattelan, che è l’artista italiano più famoso e quotato nel mondo, è un gesto completamente inutile. Nulla aggiunge alla fama di Cattelan che non ne aveva alcun bisogno, nulla aggiunge all’acculturamento del pubblico che lo conosceva già perfettamente e nulla aggiunge, infine, al prestigio della giuria che gliel’ha assegnato, perché non c’è bisogno di essere grandi critici d’arte per dire, oggi, che Cattelan è bravo.
Una giuria che interpreta seriamente il proprio ruolo dovrebbe segnalare al pubblico i giovani artisti di valore che fanno fatica a farsi conoscere e prendere sul serio, dovrebbe sforzarsi di individuare il talento che passa inosservato, non mettere in luce se stessa accodandosi al successo di chi già ha sfondato. Spiace che siano coinvolti Renato Barilli, lo scomparso Roberto Daolio, che di Cattelan fu scopritore, e l’Accademia bolognese, che è istituzione seria, ma la verità è che ormai avviene frequentemente, anche nel caso dei premi letterari, che si corra a incoronare il più famoso, quello che se viene in città – o in paese – garantisce pubblico e risonanza sui media.
Allora, bravo Cattelan, per aver mostrato l'”idiozia” della cerimonia di premiazione. Il rammarico, semmai, è che in Italia siano molto pochi gli artisti come Cattelan, o gli scrittori come Aldo Busi, che possono permettersi (hanno il coraggio) di fare ciò.