Una volta c’era il servizio pubblico e c’erano gli utenti del servizio pubblico, i quali spesso erano scontenti perché il servizio pubblico funzionava male. Poi hanno liberalizzato, privatizzato, spacchettato e ricapitalizzato, e ci hanno detto che gli utenti ormai erano diventati clienti, status più dignitoso in quanto presupporrebbe un rapporto trasparente basato sul pagamento di una tariffa adeguata al mercato per l’acquisto di un servizio di qualità. In effetti, non si può dire che molte cose non siano cambiate. Ma lasciamo perdere i discorsi sul sistema, che rimane ancora in molti settori monopolistico e tutt’altro che trasparente, e focalizziamoci sullo stato di salute del cliente, e in particolare sul cliente delle ferrovie, quello che, molto o poco che sia, prende il treno per lavoro o per piacere, vale a dire tutti italiani – quelli che non hanno un aereo privato o l’autista a disposizione.