I manifestanti di piazza Taksim cantano Bella ciao, mentre aspettano le cariche della polizia di Erdogan. Quello che è stato un canto di liberazione dell’Europa dal nazifascismo, e ha accompagnato le lotte di tutti coloro che sono scesi in piazza a lottare per i diritti negati, il lavoro, la libertà di esprimersi e di diventare quello che si è, corre ora sulla bocca dei giovani turchi. E corre in italiano, con quelle parole, “bella ciao”, che sono le più perfette al mondo per dare voce al coraggio di chi saluta l’amore e va alla morte (vorrei fosse retorica, ma non lo è: i morti sono già quattro, dall’inizio della protesta). Che i turchi cantino la ballata emiliana commuove, certo, ma induce soprattutto a riflettere.